Secondo voi, qual'è la differenza tra internet e il www (web)?
C'ho messo una giornata per farlo capire... siamo arrivati anche ai disegnini. E meno male che è una specializzanda esperta e ultraprofessionista della Grande Rete.
Pensate... sa anche accendere un pc...
Quello che resta in mente è una scena agghiacciante, con la nave veloce SegestaJet sventrata dalla prua del mercantile di Antigua.
Conosco lo stretto di Messina, conosco il traffico navale che quotidianamente ci passa. Conosco anche vagamente le norme che regolano la navigazione.
E soprattutto, pur essendo uno "stretto" spazio di manovra c'è.
Perchè allora le due, o tre, navi convergevano verso lo stesso punto? Fatalità? Distrazione?
Incoscenza.
Vi lascio con un articolo di Repubblica.it
Tragedia nello Stretto, forse un traghetto la "terza nave" dell'incidente dell'aliscafo
MESSINA - C'era forse una terza nave nello specchio di mare dello stretto di Messina, a circa un miglio e mezzo da San Raineri, dove si è verificata la collisione tra un traghetto veloce delle Fs, il "Segesta Jet" e un Portacontainer "Susan Borchard", battente bandiera di Antigua. La Capitaneria di Porto di Messina sta lavorando sulla base di un'ipotesi precisa, anche se ancora tutta da verificare. Il terzo natante coinvolto sarebbe il traghetto "Zancle" della compagnia privata Caronte&Tourist, in servizio tra il porto di Reggio e quello siciliano. Una di quelle navi che fanno la spola tra Calabria e Sicilia, cariche di automobili e tir. Un mezzo che, involontariamente ha avuto un ruolo nella tragedia. Che, forse, non ha dato la precedenza alla "Segesta", costringendola ad una brusca virata. Manovra che l'ha portata ad incrociare la rotta del cargo straniero.
Del traghetto ha parlato Antonio Samiani, comandante della Capitaneria di Porto di Messina, che sta conducendo alcuni accertamenti sulla dinamica dell'impatto costato la vita a 4 componenti dell'equipaggio delle Fs e 62 feriti.
La presenza dello "Zancle" è confermata in una nota dalla stessa compagnia, che ha avviato un'indagine conoscitiva interna "per determinare la posizione della propria flotta in servizio al momento dell'impatto, composta da 7 unità". Ma secondo la "Caronte&Tourist" il traghetto "aveva visto sfilare normalmente alla propria poppa la Segesta prima del momento dell'incidente". Dai dati del sistema satellitare AIS, sempre secondo le informazioni diffuse dalla Caronte& Tourist, "emerge chiaramente che Segesta non ha modificato la propria rotta e velocità, rimasta praticamente costante dall'uscita dal Porto di Reggio Calabria, per poter sfilare in sicurezza di poppa alla Zancle".
Il comandante Samiani dopo un sopralluogo sul relitto ha tuttavia spiegato che "è ancora presto per riuscire a ricostruire dettagliatamente quanto accaduto". Il Pm Francesco Mollace della Procura di Reggio Calabria, incaricato di condurre l'inchiesta, ha negato di essere a conoscenza della presenza della terza nave. "Ieri sera - ha detto - abbiamo lavorato fino a notte fonda assieme alle forze dell'ordine ed ai responsabili della navigazione sullo Stretto. Nessuno ha fornito informazioni sulla presenza di una terza imbarcazione nei pressi dello specchio di mare teatro dell'incidente".
Anche per il magistrato reggino "è troppo presto per ricostruire la dinamica dei fatto", tanto più che "gli uomini dell'equipaggio che erano alla guida dell'aliscafo con compiti di comando e di decisione sono tutti morti". Il riferimento è al comandante delle "Segesta" Sebastiano Mafodda e al direttore di macchina Marcello Sposito. Entrambi restati schiacciati dalle lamiere mentre si trovavano in plancia di comando.
Di certo al momento c'è che le "leggi" che regolano i movimenti dei natanti nello Stretto di Messina sono "ferree". Esiste infatti un codice di navigazione preciso. Tra l'altro, proprio per la sua stazza, la Susan aveva pochissimi margini di manovra, mentre la "veloce" delle Fs è considerata molto più agile.
La verità molto probabilmente emergerà nelle prossime ore quando gli inquirenti potranno accedere alle registrazioni del radar che controlla lo specchio di mare tra Reggio e Messina. Un sistema che registra tutti i movimenti, compresa, quindi, la presenza della terza nave di cui ha parlato Samiani.
GIUSEPPE BALDESSARRO
(16 gennaio 2007)
Oggi la prima seduta con il medico dei matti. Pensavo peggio, il tipo è simpatico, alla mano e, ovviamente, chiacchierone.
O forse è solo una mia impressione perchè ci sono andato spontaneamente e benvolentieri, quindi senza timori, paure e paranoie. E soprattutto, non è come dal dentista, che solo che apri la bocca son dolori... fisici e monetari.
Comunque, in generale, abbiamo fatto una bella infarinatura dei miei malanni mentali, cercato insieme di capirne qualcosa, ed è questa la cosa che mi è piaciuta di più, l'analisi alla Marzullo, si faccia una domanda, si dia una risposta e cerchi di capirne il perchè. E' un confronto, e come tutti i confronti è costruttivo. Mi ha dato un compitino per casa. Scrivere Situazioni, Emozioni, Sensazioni ed Azioni che mi coinvolgono o colpiscono. In parole povere un BLOG.
Mi sa che per una volta tanto sto fin troppo avanti...
Quanto accaduto ieri è ridicolo, assurdo, paradossale, inconcepibile. E Catania è stato soltanto l'ultimo di una fin troppo lunga serie di eventi.
Siamo in guerra e neanche lo sapevamo.
Foto tratta da Gazzetta.it
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E' vero, quanto ho detto va contro la mia profonda morale cristiana, va contro ogni mio concetto di rispetto della vita umana. Ma... ma... ma la rabbia è forte. Diciamo di vivere in democrazia, e viviamo invece in un regime di terrore che non viene dai palazzi del potere, sennò saremmo in dittatura e forse tutto ciò non sarebbe mai accaduto. Tutta questa violenza viene invece dal profondo del disagio sociale e, lasciatemelo dire, mentale. Un pericoloso fuoco che viola ogni libertà umana. Troppa democrazia che sta instaurando una violenta dittatura sociale.
Bisogna avere paura ad andare allo stadio, a frequentare luoghi affollati, a prendere la metropolitana, ad uscire la sera. Perchè chi ci tutela muore, e chi invece dovrebbe pagare per le proprie colpe, anzi, va in giro anche a vantarsene. E poi... e poi, altri decerebrati che osannano la morte di Raciti come una forma di vendetta per la morte di un altro che se l'è veramente cercata, proclamandolo quasi un martire di non so quali ideali folli.
Si può morire per la Fede, ma è inconcepibile morire perchè te lo dicono altri.
Foto tratta da Gazzetta.it
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Il campionato 2006-2007 deve finire qui, nessuno scudetto assegnato, nessuna squadra nelle coppe europee. A pagarne saranno le società e gli ultras onesti, è vero. Ma è anche da loro stessi che deve partire un segnale di repressione. Per allontanare chi va allo stadio per UCCIDERE.
Il calcio potrà riprendere solo dopo un profondo cambiamento, una vera e propria rifondazione. Come in Inghilterra. Dove non esistono recinzioni, il tifo è tifo e non antagonismo e violenza.
Loro ci sono riusciti, sono così più avanti di noi?
Sennò torniamo ai circhi romani. Facinorosi e violenti al centro dell'arena che si massacrano, con licenza di uccidere. Ne rimarrà vivo solo uno. E il pubblico deciderà poi la sua sorte.
Ne sono certo, sugli spalti nessun tafferuglio, il primo che si azzarda finisce nell'arena.
Che giorno triste, vi lascio con una riflessione di Mario Sconcerti: Una notte già scritta
Ahuuuuuuuuuuu!!!
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