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Non è forte colui che non cade mai, ma colui che cadendo si rialza sempre.

Goethe


\\ Home Page : Storico : Appunti di pazzia (inverti l'ordine)
Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
è un pensiero di Gionni inserito il 27/02/2007 alle 13:04:25, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1545 volte.

Certo che non è impresa facile riuscire a scrivere nel delirio di quest'ufficio, in particolare quando l'argomento che devo provare ad affrontare è tosto, come potrete leggere nelle prossime righe.

Distanza e Confine.

Io sono sempre stata una persona concreta, molto pratica e poco teorica. Per me distanza e confine sono due entità che possono, anzi, vengono ben definite fisicamente. Una distanza è un centimetro, un metro, fino a svariati kilometri. L'infinito stesso è per me una distanza.
Un confine è una barriera, un limite. Un cancello od una porta possono essere un confine, così come lo sono un muro o una palizzata.
Devo far lavorare il mio neurone oltre le sue capacità, o meglio oltre quello che ha sempre fatto e oltre quello su cui ha sempre ragionato, per studio e per quotidianità. "Smaterializzare" i due concetti, renderli empirici e teorici, in modo tale
da ridefinire queste due nuove definizioni, per comprendere quelle che sono le mie relazioni interpersonali. La distanza e i confini con il mondo che mi circonda, in ogni sua singola eccezione.
Ma la Distanza è anche Confine?
Già il fatto che sia riuscito a scrivere un ragionamento del genere, mi stupisce, forse sto già entrando nel sistema, in quella forma di Matrix che all'interno della mia mente gestisce il tutto. I miei sentimenti, le mie follie e le mie paranoie. E perchè no, tiene anche in ordine il mio disordine.

In astratto, nella nostra quotidianità, come viviamo, come sentiamo tali distanze, quali sono questi confini? Soprattutto, come li "materializziamo" nei rapporti interpersonali. Le distanze relazionali ci consentono di sentirci o meno a nostro agio con una persona, quella forma di "sensazione a pelle" che ci fa essere aperti o meno con chi abbiamo di fronte. Distanza che ci consente, modulandola a seconda delle occorrenze, di valutare con maggiore o minore freddezza e calcolo situazioni e persone.
Cosa è quindi veramente la Distanza? E' il tipo di rapporto che si instaura con una persona? Il livello di confidenza? O più semplicemente la disponibilità a venire incontro alle sue esigenze, a comprenderne le difficoltà e a discuterne, confrontandosi per cercarne e proporne assieme una soluzione. Forse questo è il Confine. Il punto oltre cui non si va, dove la distanza o sia annulla o mantiene un valore costante. Distanza e Confine che possiamo rappresentarle in maniera figurativa come due rette, possono arrivare a toccarsi in un punto, raggiungendo quindi un confine annullando progressivamente la distanza, o parallele che all'infinito si inseguono senza mai incontrarsi, quindi con una distanza costante che rappresenta al tempo stesso il confine.

Tempo fa, in un riflessione, creai la geometria analitica dei sentimenti. Dissi che l'amore è come un punto attraverso il quale passano infinite rette. Ma solo una di queste risponde ai valori x, y e z che richiediamo, che desideriamo nell'altra persona. Rimanendo quindi in astratto e in tema, solo e soltanto questa retta soddisfa il giusto valore del confine e della distanza, mentre le altre infinite rette assumono ognuna un binomio Distanza/Confine differente l'uno dall'altro, ma mai un valore nullo. Perchè probabilmente, se tale valore è pari a zero, corrisponderebbe a noi stessi. Per tale motivo, ritornando nella realtà, essendo tale valore uguale a zero, e quindi corrispondente a noi stessi, pur parlando sempre dell'effimero, se la distanza fosse nulla, non esisterebbero confini. Però, potrebbero esistere confini anche senza nessuna distanza.
Un assurdo, ma è la realtà quando non si è capaci di comprendere se stessi. O peggio, quando non si è capaci di fare una scelta, perchè non si riesce ad analizzare con il giusto distacco/distanza una situazione, venendo così a creare, con un circolo vizioso, un confine. Confine che può essere rappresentato dal chiudersi al riccio, dal fuggire ogni forma di confronto o peggio ancora, dal sentirsi troppo diversi dal mondo e quindi rifiutati dallo stesso.

L'orlo del baratro.

Alla fine di tutto questo ragionamento la domanda rimane sempre la stessa. Cosa è la Distanza? Cosa è il Confine?
E' il nostro carattere? Sono i nostri limiti? Sono i nostri spazi intimi e riservati? E' il subconscio nel quale nascondiamo le nostre paure e le nostre angosce e dove abbiamo timore di andare a cercare per capire? Sono i nostri desideri o anche il nostro modo di apparire, od essere? 
Soprattutto, siamo capaci di identificare e definire tali concetti in maniera meno astratta, ma confrontandoli nella vita quotidiana?
Ragioniamoci assieme.

 
è un pensiero di Gionni inserito il 13/03/2007 alle 13:42:20, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1113 volte.

Periodo no, anticipato da un finesettimana che come al solito, parte con grandi prospettive, e finisce a casa. Causa maltempo niente sci.
A questo quindi si aggiungono le prime due giornate della settimana che partono molto male, con un tono bassissimo, stanchezza e parecchia, troppa apatia.
Indubbiamente mi sento altamente parossistico. Sarà la stagione, questi primi accenni di primavera che annualmente mi danno una sensazione tutt'opposta del risveglio. E' proprio vero che son troppo contorto e rovescio. Io amo l'autunno, vivo bene d'inverno (quando è serio, con freddo, pioggia e neve) e soffro la primavera e in particolar modo l'estate e il caldo.
I problemi in ufficio son sempre i soliti, e forse sono gli stessi a crearmi maggiormente agitazione, viste le difficoltà che mi arrecano nel gestirmi la vita privata. A volte sembra assurdo... un gioco di scatole cinesi che sembra non avere mai fine. Cerco di organizzare un qualcosa, ma devo talmente incastrarlo negli eventi che ti rendi conto subito che non è possibile vivere così, più uno si sforza a cercare tranquilità e
serenità, più la gente, spinta forse da sadismo, cerca di andarti contro per complicarti la vita.
Ok, ognuno tira acqua al suo mulino è normale, ma perchè il mio alla fine rimane sempre a secco? Ora non voglio fare vittimismo, anche io quando serve, nel rispetto massimo delle persone, cerco di sfruttare le situazioni e di ottenerme qualche vantaggio. Ma devo farlo offrendo un qualcosa in più del previsto in cambio. Vada per il do ut des, ma a volte mi sembra di dare più di quanto ricevo. Carità cristiana sì, ma figura del tonto no... ora mi son stufato.

Questi mesi sono stati un po' una parabola. O meglio una funzione che dopo aver raggiunto un massimo, in cui ho raggiunto uno stato di benessere assoluto coadiuvato da soddisfazioni e successi personali, sta pian piano scendendo nuovamente verso un livello basso. Non c'è stato il crollo come prima di natale, quando son finito al Pronto Soccorso, adesso è molto più graduale ma pur sempre mi infastidisce. A catena di conseguenza parte lo stimolo del volerne uscire fuori. Dal non rimanere incastrato in chissà quali perversi giochi della mia mente. Che creano disagio, fastidio, voglia di fuggire. La testa altrove e desiderio di riscrivere quella stramaledetta "lettera.
Testa o cuore? Anche io adesso quest'amletica domanda, ma vince comunque sempre testa, necessità fa virtù e quindi continuo a stringere i denti.
Diceva Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo": "Bisogna che tutto cambi se si vuole che tutto resti com'è". Amara profezia, ma solida realtà.
Tante cose son cambiate, nuovi mondi, nuove conoscenze, nuove esperienze e soprattutto una maggiore coscenza di fatti e situazioni, ma la base di fatto purtroppo è rimasta sempre la stessa. A volte insostenibile, soprattutto quando lavori e fai vedere che puoi affrontare con esperienza e piena cognizione di causa la situazione. E alla fine di tutto ti chiedi "ma chi me lo ha fatto fare?"

Lunedì non in gran forma, martedì con preallarme dei miei soliti attacchi di "fobia" (nuova definizione, ma forse, inquadra meglio il tutto. Fobia di quest'ufficio). I prossimi giorni non lo so, ma le premesse non sono delle migliori.
Cerco quindi sempre di impegnarmi in cose che mi piacciono. Accentratore, ma sempre in cerca di consigli per fare e dare il meglio. Adesso inizio a stentare nuovamente anche qui.
E che diamine!!!
Non riesco più a dare dimensionalità ai miei sentimenti, alle mie sensazioni. Solo a trascriverle. Distanza e Confine che si ripresentano tumultuosi come delle barriere che affossano in parte il mio Istinto.
O forse sono io a controllarlo troppo con la testa. Che non è libera, ma omologata ad un carattere ed un modo di vivere incentrato troppo sugli altri e poco su di me.
Forse è il mio EGO che cerca di farsi sentire, tumultuosamente, che cerca di venire fuori, prendere il controllo, ma non ha ancora la forza e il temperamento. Un Ego imprigionato fino ad ora, che chiede di essere libero, se stesso.
Ma allora, io, sono come sono? Sono io stesso una maschera dietro alla quale mi nascondo a me e al mondo.
Questi pensieri mi turbano e si aggiungono al vortice di riflessioni che sto mi portando dietro da settimane. Prima o poi metterò questi due punti su una retta non vi preoccupate e cercheremo di capire nuovamente le relazioni e i rapporti. Insieme ad Istinto, Dominanza e Spazialità...

 
è un pensiero di Gionni inserito il 14/03/2007 alle 13:14:27, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1076 volte.

Cerchiamo di fare ordine nel mio scaffale mentale... cosa ardua considerando che dopo tre anni ancora non ho sistemato la libreria in camera mia.

Mettiamo da parte gli appuntamenti e gli impegni lavorativi e non, che vanno sistemati in agenda, prendiamo e teniamo da parte le cose care, che andranno sistemate con maggiore attenzione, e concentriamoci sui problemi, sulle situazioni e sui concetti che mi creano confusione e soprattutto convivono in e per essa.
Relazioni interpersonali, escludendo quindi come detto prima quelle familiari, tutto ok con il mondo tranne quando viene a mancare il rispetto, sia come persona che come collega. A quel punto possono scattare varie reazioni. La prima, guidata dall'istinto più selvaggio, con un botta e risposta rapido, a volte acido e pungente, che vuole andare a segno a rischio di innescare la polemica (a questo si aggiunge una faccia arcigna da impunito quasi rissoso), senza però arrivare alle mani, è una cosa che detesto. La seconda, con un po' di sagacia diplomatica, cerca
di far cadere la polemica attraverso un gioco di battute, volendo smorzare la tensione ma non ammettendo o accettando comunque la mancanza di rispetto. In questo caso il problema si viene a creare quando dall'altra parte si persevera, situazione che a lungo andare poi mi stanca e mi fa arrivare alla prima reazione. Con una regressione naturale del rapporto interpersonale stesso. Un po' quello che ho vissuto in questi mesi. e che mi ha portato ad adottare la terza reazione, quella che troppo spesso sto adottando quasi per quieto vivere. Ok, va bene, abbozzo e sopporto. Ma fa male, veramente tanto male dentro. E in quest'ultimo caso, se si persevera allora è perfidia da parte dell'interlocutore. Che sul posto di lavoro si chiama "Mobbing".
Ed è in questa ultima reazione che non mi riconosco. Quest'inedia per paura di chissà quali reazioni. Lo so già che il mio futuro è incerto, ma almeno, cerchiamo di viverlo da leoni. Ca$$o!!! E' da qua mi incarto e mi ingroviglio in un vorrei ma non posso, do fiducia e viene tradita, cerco supporto e devo solo accettare quel che mi viene imposto. Solo a pensarlo mi viene naturale la prima reazione.
Poi vengono i rapporti con gli amici, quelli veri, quelli sinceri e le semplici conoscenze. Difficile da posizionarli. Sono una via di mezzo con tutto e tutti. Chi è un fratello, chi una persona cara con la quale magari mantieni un rapporto più distaccato ma c'è rispetto o affetto, chi invece sono io stesso a tenere nell'ambito delle conoscenze, perchè "dai nemici mi guardo io, ma dagli amici mi guardi Dio". E a seconda del grado di rapporto con gli amici discuti, ti ci appicci e confronti. Se serve ti ci confidi e sanno/possono/vogliono darti una spalla, un braccio o una mano a seconda delle necessità.
In ambito familiare e in quello degli affetti invece è quasi scontato che tutto vada indubbiamente meglio. In ogni caso c'è il rispetto e se le cose non vanno si discute e si fa pace. Quindi, il contrasto è quasi un passaggio obbligato per confrontarsi, crescere e capirsi. Non tanto per definire chi comanda, ma semplicemente per chiarire come vanno le cose, come cambia il mondo. Cosa chiede il mondo da noi e come rapportarci con esso. Poi ognuno ha i suoi tempi di reazione. L'intelligenza umana sta in questo, nel saperne capire le tempistiche. E saperle rispettarle. A maggior ragione qusto tipo di rapporti viene tutto posizionato nella posizione di maggior prestigio dello scaffale mentale.
'Sto scaffale però rimane mezzo vuoto, che altro possiamo metterci dentro?
La mia fantasia, la mia capacità polimorfica di adattarmi e affrontare comunque ogni situazione. Andando un po' dove mi porta il cuore e magari ragionando soltanto dopo con la testa. Possiamo poggiarci anche il punto attraversato da infinite rette, magari nello stesso ripiano dove metto i due punti attraversati da una sola retta. Poi il ripiano con la spazialità, senza distanze e confini. E quello dell'istinto, magari che sovrastante ai ripiani dei rapporti interpersonali come a fargli da cappello.
In basso l'agenda con tutte le cose da fare e relativi materiali, i miei hobby e le mie passioni.
Di lato poggio sci e scarponi. Mi sa che la stagione invernale quest'anno è quasi finita. E non è riuscita a darmi che ben poche emozioni, anzi, anche qualche paura.
Mi sa che devo trovare una nuova libreria. O dare un nuovo ordine a tutto. Se riesco a scrollarmi di dosso la stanchezza.

 
è un pensiero di Gionni inserito il 28/03/2007 alle 21:57:42, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1570 volte.

Così come una corda di violino necessita di attenzioni, di essere costantemente regolata del giusto per poter emettere un suono melodico, limpido, cristallino, allo stesso modo la vità ha bisogno di attenzioni, di moderazione e rispetto per poter essere sempre competitivi, ragionevoli e grintosi. Pronti ad entrare nel turbine deglli accadimenti che ci circondano.
Basta che sul violino la corda si allenta un poco, ed ecco che perde tonalità, e diventa stridente, poco armonica. E la vita allo stesso modo diventa scialba, insapore, quasi senza significato ed interessi. Una vita che non riesce più a coinvolgerti e ad attrarti.
Se invece questa corda la si tira troppo, lei si sfibra, si logora, fino a giungere alla rottura. A quel punto, la soluzione è semplice, basta sostituirla e si ricomincia. Nella vita forse è più difficile, quando giungi al punto di massima tensione, quando lo superi arrivando al blackout. Perchè molte, troppe volte sei costretto veramente a tirare al massimo la corda della vita, per cercare di sopravvivere, magari anche alla cosa più stupida e banale, ma che in quel contesto è quasi vitale e lo sforzo per superarlo chiede veramente il massimo dell'impegno.
Solo chi è forte dentro riesce a farcela. Io stasera non ce l'ho fatta.

Adesso. scrivendo, sto riconquistando la mia armonia, rotta la corda e sostituita con una nuova, sto cercando di accordarla per ritrovare la giusta melodia.

 
è un pensiero di Gionni inserito il 03/04/2007 alle 16:09:01, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1298 volte.

Ora non voglio sembrare quello che sta sempre a lamentarsi e a lagnarsi, ma non va, proprio non va. Adesso stento veramente anche io a riconoscermi. Ok, è vero che a me l'arrivo della primavera porta un'apatia infinita. E' vero che per me questi giorni portano con se ricordi tristi. Ma tutte queste concause non mi avevano mai condizionato così tanto.

Una completa empasse lavorativa e creativa. Sto veramente al 10% di rendimento e non riesco ad avere lo slancio vincente. Una cosa che innesta un circolo vizioso fastidiosissimo che mi deconcentra sempre di più. Mi sembra di vivere in una nuvoletta, quasi isolato dal resto. Anche in ufficio stesso, sto stralunato, nervoso dentro di me e rassegnato nei rapporti interpersonali. Un muro probabilmente sarebbe molto più loquace.
Quello che temo è perdere le redini della situazione, non riuscire più a controllare con il nerbo della mia testa, ogni mia azione, volontà o desiderio. Abbandonandoli al loro destino. O peggio, all'oblio.

Questo è quello che mi si prospetta, l'oblio.

 
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 Enrosadira... di Gionni

Briciole di Briciola


Commenti


che bello
21/11/2009 alle 15:44:00
è un pensiero di Anonimo
"Capita spesso - spiega Ghezzi ...
28/10/2009 alle 07:49:23
è un pensiero di Luigi
aggiornare!!!! ^___^
26/08/2009 alle 09:14:38
è un pensiero di Mik
scusate, ma sono totalmente dal...
29/05/2009 alle 19:45:48
è un pensiero di Mik
non mi piace
29/05/2009 alle 19:43:26
è un pensiero di Mik
smk
15/05/2009 alle 07:23:40
è un pensiero di Fù
Se è vero che Dio vede e provve...
11/02/2009 alle 12:44:33
è un pensiero di Omar
La gente nega quella catastrofe...
10/02/2009 alle 20:07:01
è un pensiero di Fù
Ma parli del babbo o della Elua...
10/02/2009 alle 20:03:28
è un pensiero di Fù
Posso aggiungere un altro "Omar...
10/02/2009 alle 01:58:24
è un pensiero di Omar
Secondo me viviamo in uno stato...
10/02/2009 alle 01:32:12
è un pensiero di Omar
condivido le tue sensazioni, mi...
12/01/2009 alle 22:46:18
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Giovanni? se ci sei batti un co...
02/01/2009 alle 12:07:35
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Mi spiace che sia morto sto blo...
29/11/2008 alle 19:36:41
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Bene, una buona notizia ogni ta...
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