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Passo la mano, questo giro non gioco.
è un pensiero di Gionni inserito il 13/03/2007 alle 13:42:20, nella sezione Appunti di pazzia, e linkato 1113 volte.

Periodo no, anticipato da un finesettimana che come al solito, parte con grandi prospettive, e finisce a casa. Causa maltempo niente sci.
A questo quindi si aggiungono le prime due giornate della settimana che partono molto male, con un tono bassissimo, stanchezza e parecchia, troppa apatia.
Indubbiamente mi sento altamente parossistico. Sarà la stagione, questi primi accenni di primavera che annualmente mi danno una sensazione tutt'opposta del risveglio. E' proprio vero che son troppo contorto e rovescio. Io amo l'autunno, vivo bene d'inverno (quando è serio, con freddo, pioggia e neve) e soffro la primavera e in particolar modo l'estate e il caldo.
I problemi in ufficio son sempre i soliti, e forse sono gli stessi a crearmi maggiormente agitazione, viste le difficoltà che mi arrecano nel gestirmi la vita privata. A volte sembra assurdo... un gioco di scatole cinesi che sembra non avere mai fine. Cerco di organizzare un qualcosa, ma devo talmente incastrarlo negli eventi che ti rendi conto subito che non è possibile vivere così, più uno si sforza a cercare tranquilità e
serenità, più la gente, spinta forse da sadismo, cerca di andarti contro per complicarti la vita.
Ok, ognuno tira acqua al suo mulino è normale, ma perchè il mio alla fine rimane sempre a secco? Ora non voglio fare vittimismo, anche io quando serve, nel rispetto massimo delle persone, cerco di sfruttare le situazioni e di ottenerme qualche vantaggio. Ma devo farlo offrendo un qualcosa in più del previsto in cambio. Vada per il do ut des, ma a volte mi sembra di dare più di quanto ricevo. Carità cristiana sì, ma figura del tonto no... ora mi son stufato.

Questi mesi sono stati un po' una parabola. O meglio una funzione che dopo aver raggiunto un massimo, in cui ho raggiunto uno stato di benessere assoluto coadiuvato da soddisfazioni e successi personali, sta pian piano scendendo nuovamente verso un livello basso. Non c'è stato il crollo come prima di natale, quando son finito al Pronto Soccorso, adesso è molto più graduale ma pur sempre mi infastidisce. A catena di conseguenza parte lo stimolo del volerne uscire fuori. Dal non rimanere incastrato in chissà quali perversi giochi della mia mente. Che creano disagio, fastidio, voglia di fuggire. La testa altrove e desiderio di riscrivere quella stramaledetta "lettera.
Testa o cuore? Anche io adesso quest'amletica domanda, ma vince comunque sempre testa, necessità fa virtù e quindi continuo a stringere i denti.
Diceva Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo": "Bisogna che tutto cambi se si vuole che tutto resti com'è". Amara profezia, ma solida realtà.
Tante cose son cambiate, nuovi mondi, nuove conoscenze, nuove esperienze e soprattutto una maggiore coscenza di fatti e situazioni, ma la base di fatto purtroppo è rimasta sempre la stessa. A volte insostenibile, soprattutto quando lavori e fai vedere che puoi affrontare con esperienza e piena cognizione di causa la situazione. E alla fine di tutto ti chiedi "ma chi me lo ha fatto fare?"

Lunedì non in gran forma, martedì con preallarme dei miei soliti attacchi di "fobia" (nuova definizione, ma forse, inquadra meglio il tutto. Fobia di quest'ufficio). I prossimi giorni non lo so, ma le premesse non sono delle migliori.
Cerco quindi sempre di impegnarmi in cose che mi piacciono. Accentratore, ma sempre in cerca di consigli per fare e dare il meglio. Adesso inizio a stentare nuovamente anche qui.
E che diamine!!!
Non riesco più a dare dimensionalità ai miei sentimenti, alle mie sensazioni. Solo a trascriverle. Distanza e Confine che si ripresentano tumultuosi come delle barriere che affossano in parte il mio Istinto.
O forse sono io a controllarlo troppo con la testa. Che non è libera, ma omologata ad un carattere ed un modo di vivere incentrato troppo sugli altri e poco su di me.
Forse è il mio EGO che cerca di farsi sentire, tumultuosamente, che cerca di venire fuori, prendere il controllo, ma non ha ancora la forza e il temperamento. Un Ego imprigionato fino ad ora, che chiede di essere libero, se stesso.
Ma allora, io, sono come sono? Sono io stesso una maschera dietro alla quale mi nascondo a me e al mondo.
Questi pensieri mi turbano e si aggiungono al vortice di riflessioni che sto mi portando dietro da settimane. Prima o poi metterò questi due punti su una retta non vi preoccupate e cercheremo di capire nuovamente le relazioni e i rapporti. Insieme ad Istinto, Dominanza e Spazialità...